PARROCCHIA SAN PATRIZIO

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Consiglio Pastorale

Parrocchia

Il consiglio pastorale parrocchiale


Il consiglio pastorale e una creazione del Concilio Vaticano II. Esso si fonda sul principio di comunione e di partecipazione del popolo di Dio.
Comunione è una parola antica e significa: comunicazione, partecipazione, comune impegno, comune partecipazione dei fedeli alle attività ecclesiali, in forza del Battesimo.
Poiché parliamo di comunità di fede, il primo criterio per la scelta dei membri del consiglio pastorale parrocchiale deve essere quello della fede e della giusta appartenenza alla comunità, cui segue il criterio della rappresentatività, con l'intento di contribuire alla ricerca del bene dell’intera comunità.
Fatta questa premessa teologica, del consiglio pastorale parrocchiale si occupa il canone 536, 1 del Codice di Diritto Canonico che così recita: “in ogni parrocchia venga costituito il consiglio pastorale presieduto dal Parroco e nel quale i fedeli, assieme a coloro che partecipano alla cura pastorale della Parrocchia, portano il loro aiuto nel promuovere l’ attività pastorale”.
Spetta pertanto al consiglio pastorale parrocchiale, ricercare, discutere e presentare proposte concrete in ordine alla pastorale della Parrocchia.
Così intenso ed attuato esso è uno strumento operativo di grande importanza e realizza in modo concreto la partecipazione della comunità parrocchiale alla vite alla missione della Chiesa.
Pertanto il consiglio pastorale parrocchiale comunemente denominato C.P.P., è l'organismo di partecipazione responsabile dei fedeli alla vita stessa della Parrocchia e rappresenta l'intera comunità parrocchiale nell'unità della fede e nella varietà dei suoi carismi e ministeri.
Le sue finalità sono:
Riflettere sulla situazione della comunità parrocchiale e di tutta la popolazione del territorio.le esigenze religiose, sociali, culturali della popolazione e proporre gli interventi opportuni.l'evangelizzazione della popolazione sul territorio, nel contesto della sollecitudine pastorale missionaria della Chiesa di Roma.la comunione tra Cristiani di diversa formazione culturale sociale, allo scopo di costruire insieme la comunità parrocchiale.efficacemente alla promozione realizzazione delle attività parrocchiali.
Tutto questo presuppone da parte dei componenti del consiglio, l'assunzione di responsabilità e corresponsabilità.
Non è sufficiente avere l'investitura di rappresentante dei gruppi nel C.P.P., ma occorre anche sentirsi coinvolti nella realizzazione di questi impegni di fiducia.
Un requisito fondamentale nella scelta dei membri del consiglio pastorale, è il possesso di una fede vissuta e testimoniata.
Non basta saper essere dei bravi organizzatori ed esecutori, ma occorre mostrare e dimostrare alla comunità di credere fermamente in quello che si compie come servizio alla Chiesa.
Penso sia importante sottolineare questo aspetto spirituale, per non confondere il C.P.P., con un'associazione politica o sindacale, con l'intento di difendere diritti di qualcuno, di risolvere qualcosa o di sostenere le istanze di particolari gruppi, mentre invece è necessario contribuire alla ricerca del bene dell’intera comunità.
Per quanto riguarda composizione, i compiti del presidente e dei consiglieri, delle funzioni del consiglio e della sua durata, la materia è disciplinata dal regolamento, redatto dal consiglio stesso e approvato dal Vescovo ausiliare del settore.


Di Mons. Virgilio La Rosa
(capo ufficio matrimoni del Vicariato di Roma)



Consiglio pastorale per gli affari economici


Nella logica della comunione che coinvolge tutto il popolo di Dio, dobbiamo recuperare il valore e il fondamento della partecipazione della corresponsabilità di tutti i fedeli.
Partecipazione e corresponsabilità che si estendono anche alle realtà economiche e materiali, quando queste sono i finalizzato sostenere la missione della Chiesa.
Il riferimento biblico all’ amministrazione dei beni, lo troviamo nel libro degli Atti degli apostoli, dove i fedeli condividevano le loro risorse, e nel principio di solidarietà che ha sempre caratterizzato la Chiesa nei primi secoli. “La comunità dei credenti viveva unanime e concorde e quelli che possedevano qualcosa non lo consideravano come proprio, ma mettevano insieme tutto quello che avevano” ( Atti 4, 32 34).
Del Consiglio Parrocchiale degli Affari economici, ne parla il Canone 537 del Codice di diritto Canonico. “In ogni Parrocchia vi sia il Consiglio per gli Affari economici, in esso i fedeli aiutino il Parroco nell'amministrazione dei beni della Parrocchia”.
Il coinvolgimento dei fedeli negli aspetti economici della vita parrocchiale, è un segno concreto di appartenenza ecclesiale e si esprime nel contribuire con generosità ai suoi bisogni, nel collaborare per una corretta e trasparente amministrazione, nel venire incontro alle necessità di tutta la Chiesa mediante le forme attuali dell’ “otto per mille” e delle “offerte deducibili” per il sostentamento del Clero.
Da questi principi generali scaturiscono le finalità:
Collaborare con il Parroco per predisporre il bilancio preventivo della Parrocchia, elencando le voci di spesa prevedibili è individuando le risorse necessarie per la copertura delle spese.il bilancio consuntivo, previo esame dei libri contabili della relativa documentazione.il parere sugli atti di straordinaria amministrazione.
Curare l'aggiornamento dello stato patrimoniale della Parrocchia e il deposito dei relativi atti e documenti presso il Vicariato.
Circa la composizione del consiglio Pastorale degli Affari economici conosciuto con la sigla C.P.A.E., le sue funzioni, le riunioni del consiglio ed altro, rimando alle norme generali e al regolamento redatto dal Consiglio stesso ed approvato dal Vescovo Ausiliare del Settore.
A me preme però sottolineare il dovere del Consiglio economico di presentare al Consiglio Pastorale Parrocchiale il bilancio consuntivo annuale e portare a conoscenza le voci essenziali delle entrate e delle uscite verificate nel corso dell'esercizio come pure il rendiconto delle offerte dei fedeli, indicando le iniziative per l'incremento delle risorse necessarie per la realizzazione delle attività pastorali.
Queste sono le norme che gli uomini hanno dato ad altri uomini, ma non avranno efficacia se nell'animo di ogni componente il consiglio non ci sarà una vita cristiana vissuta, una comunione fraterna, una solidarietà evangelica. Con questo augurio, vi invito a coinvolgervi e a collaborare con il Parroco alla crescita della comunità parrocchiale di San Patrizio.
Grazie per la vostra attenzione

Mons.Virgilio La Rosa
(Capo dell’Ufficio Matrimoni del Vicariato i Roma)


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